VORREMMO RACCONTARVI QUALCOSA SULLA...

RIABILITAZIONE COGNITIVA

Innanzitutto le abilità cognitive comprendono tutti i processi attraverso i quali un individuo percepisce, registra, mantiene, recupera, manipola, usa ed esprime informazioni e sono coinvolte in qualsiasi compito che affrontiamo, dal più semplice al più complesso.

La riabilitazione neuropsicologica è uno specifico settore di ricerca ed intervento delle neuroscienze che si occupa di persone con una difficoltà in una o più funzioni cognitive e/o comportamentali. 

IN CHE SENSO “POTENZIARE” ?
Potenziare significa dare forza, aumentare, valorizzare. 
Presupposto fondamentale è quello della plasticità cerebrale, intesa come la capacità delle strutture cerebrali di effettuare una modifica strutturale e funzionale. 
La ricerca ha dimostrato come l’esercizio ripetuto di specifiche abilità cognitive, come memoria, attenzione, ragionamento logico, linguaggio verbale, può in larga misura contribuire e facilitare il processo di potenziamento.

COME SI SVOLGE UNA SEDUTA? 
Tra i nostri interventi c'è anche la riabilitazione cognitiva, incontri della durata di 50 minuti, in cui vengono proposti esercizi carta e matita ed esercizi computerizzati, con l’utilizzo di uno specifico software per il potenziamento e la riabilitazione cognitiva. 
Il grado di compromissione nelle diverse aree spesso non appare omogeneo e può essere caratterizzato da punti di forza e di debolezza, mostrando profili di sviluppo disomogenei: il contenuto e la modalità di svolgimento degli esercizi terrà conto delle aree cognitive di maggiore difficoltà del paziente ed il training risulterà dunque personalizzato. Ciascun esercizio prevede inoltre diversi livelli di complessità indicati con numeri in ordine crescente; la possibilità di eseguire lo stesso esercizio ma di livello superiore risulta utile a monitorare i progressi del paziente, ma soprattutto permette un ritorno immediato importante, andando ad incidere su aspetti di autostima ed efficacia personale percepita dal paziente.

Obiettivo finale del'intervento sarà fornire all'individuo migliori possibilità di risposta alle innumerevoli richieste cui è sottoposto quotidianamente, nel mondo del lavoro, a scuola, nelle relazioni con gli altri in generale e con sé stesso, valorizzando le sue capacità cognitive ed anche relazionali.

Facciamo un esercizio di immaginazione: Marco, 11 anni, con difficoltà nel mantenere attenzione e concentrazione sui compiti richiesti. Si, i compiti sono quelli scolastici ed è importante per tantissime ragioni che un bambino riesca a portarli a termine, così come è importante che riesca a fermarsi qualche secondo in più ed ascoltare, per esempio, quali sono le regole di un gioco. Questo crea i presupposti per far parte di un gruppo che significa, per esempio, passare una bella ricreazione, momento che potrebbe contribuire a rendere una giornata di scuola soddisfacente. Il nostro undicenne però, mentre si faceva spazio nel circoletto in cortile dove il proprietario delle carte di Yughi-Oh le distribuiva, tenendo a precisarne l’utilizzo, ha visto volare un pallone. Ha abbandonato il gruppo per recuperarlo. Quando, però, è tornato la conta era avvenuta e lui non era più nel gioco. Oppure, nella spiegazione troppo lunga (per lui ma non per il resto del gruppo) delle regole del gioco ha pensato bene di irrompere cercando di togliere le carte dalle mani del proprietario. No, Alt, Nain, MOSSA SBAGLIATA!!!
Verrà, molto probabilmente, buttato fuori dal gioco, provando rabbia e delusione. 
E sempre nel nostro esercizio di immaginazione potremmo ipotizzare che farà ancora più fatica a seguire la lezione, ottenendo magari una punizione accompagnata dalla solita descrizione di "ragazzo distratto e disimpegnato" ed una riproverò da parte della mamma...e...quindi... "Non vai bene a scuola, niente parco oggi pomeriggio, fai i compiti". 
E’ frustrante sentire di non riuscire a combinare niente. Che brutta giornata! 

Il nostro ragazzo oggi ha imparato che: 

· I compagni lo hanno escluso dal gioco 

· L’insegnante è cattiva QUINDI odia la scuola 

· La mamma non capisce e i suoi genitori non sono fieri di lui 

· Forse è una brutta persona 

Una storiella portata in esempio, seppur semplificata e scevra da aspetti di maggiore complessità che ogni storia vuole, per mostrare che potenziare le abilità cognitive significa per noi considerare L’INDIVIDUO nel contesto scolastico, famigliare, amicale e più in generale il suo sviluppo e la sua crescita, in un ambiente sicuro, valorizzante e stimolante.


Per maggiori informazioni potete contattarci ai nostri numeri: 


Dott.ssa Chiara Di Giorgio  cell: 3465285290

Dott.ssa Chiara Matera  cell. 3711975372


Commenti

Post popolari in questo blog

VORREMMO RACCONTARVI QUALCOSA SUL...

PERCHE' PROPRIO ARTE E PSICOLOGIA?